Articolo estratto dal libro "Liberi dal Sistema - La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè" di Enrico Caldari.
Che auto guidate oggi? Che tecnologia sfrutta la vostra auto, oggi? È un’auto a motore?
Che auto guidate oggi? Che tecnologia sfrutta la vostra auto, oggi? È un’auto a motore?
Che sia a benzina o
diesel, sappiate che quella tecnologia sta durando da oltre cent’anni. Il primo
spot video (trasmesso nei primi cinema) relativo a un’automobile con motore a
scoppio è quello della Ford T, datato 1912, ed è tuttora visibile in rete. Eppure
negli ultimi anni qualcosa sta cambiando e i produttori di automobili stanno, a
poco a poco, molto timidamente lanciando sul mercato le «prime» auto elettriche
(o quanto meno ibride), le cui prestazioni sono ancora inferiori a quelle delle
loro cugine con motore a scoppio, ma delle quali si apprezza l’onorevole
tentativo di prendersi a cuore dell’ambiente e cercare di limitare i danni
dovuti all’inquinamento. Tuttavia, quello che il Sistema oggi vuole farvi
credere è che la tecnologia del motore elettrico è ancora molto indietro
rispetto al motore a scoppio. Perciò, fintanto che ci sarà l’ultima goccia di
petrolio da sfruttare e da vendere, le auto elettriche saranno sempre promosse
e pubblicizzate faticosamente. Eppure anche questa è una grande bugia.
Lo sapevate, ad
esempio, che la Tesla Motors ha già realizzato una macchina elettrica le cui
prestazioni in pista sono addirittura migliori della più rinomata Porsche 911
Turbo? L’auto in questione si chiama Tesla Roadster e anche in questo caso è
presente un video in Internet che mostra le due auto, fianco a fianco, mentre
si sfidano in pista durante un’accelerazione da 0 a 100 km/h. Volete sapere chi
la spunta? La Tesla Roadster, in appena 3 secondi. La vettura ha un’autonomia
di 300 chilometri di percorrenza totale con una ricarica delle batterie.
Le automobili prodotte
da Tesla Motors funzionano con batterie al litio che sono facilmente
ricaricabili presso apposite colonnine.
E sulla sua scia si sono mossi i più
grandi costruttori di autoveicoli. BMW, ad esempio, ha lanciato la serie «i»,
vetture con motore elettrico, supportato anche da un secondo e più piccolo
motore a benzina, ottimizzato per produrre corrente elettrica. In sostanza, se
mentre state viaggiando dovessero scaricarsi le batterie che alimentano il
motore elettrico, a quel punto entrerà in funzione il motore a benzina, il cui
funzionamento produrrà corrente elettrica per ricaricare le batterie. E così
potrete nuovamente tornare a utilizzare il motore elettrico, anche se non ci
sono colonnine di ricarica nei paraggi.
Fantascienza? Direi
proprio di no. Anzi, sapete a quando risale la prima auto elettrica? Se vi
dicessi che la prima auto elettrica ha pressapoco la stessa età di quella con
motore a scoppio, mi credereste? A confermare la mia affermazione c’è un
servizio realizzato da Jay Leno, forse il più grande collezionista statunitense
di auto d’epoca, nonché autore di una rinomata trasmissione, Jay Leno Garage.
Ebbene, nel garage di Jay Leno c’è un’auto elettrica datata 1909. È lo stesso
collezionista a mostrarcene il funzionamento nel corso di una trasmissione.
All’epoca si chiamava horseless carriage («carrozza senza cavalli») e
non era rifinita per niente male: parafanghi, sospensioni a balestra, copertoni
in gomma. All’interno era come una carrozza. C’era una sorta di timone e i
fanali erano già elettrici. Si accendeva tramite un pulsante, perciò anche le
signore potevano guidarla senza fare la fatica di «girare la manovella» (come
nel caso delle rumorose e puzzolenti vetture «a scoppio»).
Aveva un’autonomia
di quasi 100 miglia, pari a circa 160 chilometri: da fare invidia anche alle
auto elettriche attuali. Era silenziosissima e viaggiava fino ai 50 km/h:
l’ideale per un uso cittadino.
Nei primi anni del ventesimo secolo New York era
piena di queste vetture. Ma il dato più sconvolgente che ci riferisce Jay Leno
è quello relativo alle stazioni di ricarica: Leno ci dice che a New York erano
state installate ovunque e ci parla di una colonnina ogni dieci isolati. Che
fine hanno fatto? Perché le auto a combustione vinsero sulle auto elettriche?
Probabilmente eravamo nell’epoca del futurismo, della velocità, della voglia di
correre e di fare, e perciò la silenziosa ed ecologica auto elettrica perse la
sfida con la più performante e veloce auto a benzina. Agli inizi del ventesimo
secolo il carburante era ancora economico e non eravamo così tanti ad avere la
macchina. E così, dagli anni 1920 in avanti, le auto elettriche scemarono
sempre più di numero, a vantaggio delle auto con motore a combustione, dotate della nuova
accensione elettrica (non più «a manovella»...).
Solo in tempi più recenti si è
quindi ritornati a sviluppare l’idea di un motore elettrico le cui prestazioni
potessero competere con quello a combustione, e risolvere così il problema
dell’inquinamento e della scarsità di petrolio. Uno dei tentativo meglio
riusciti fu quello avviato dalla General Motors negli anni 1990. La casa
statunitense produsse un’auto chiamata EV1. Fu un’auto che guadagnò presto i
consensi del vasto pubblico e che divenne addirittura uno status symbol, al
punto che anche alcuni attori di Hollywood – come Tom Hanks e Danny De Vito –
la comprarono e la usarono, andandone fieri. La EV1 prometteva davvero
prestazioni da favola: 100 miglia, pari a 160 chilometri con una ricarica (la
stessa autonomia delle prime horseless carriage: non è che esiste da
qualche parte anche un cartello delle 100 miglia?) e velocità pari a quella di
un motore a combustione. E sull’onda di questa nuova tecnologia, nel 1996 lo
Stato della California promulgò una legge per la quale almeno il 10% delle auto
vendute nello Stato da quel momento in poi avrebbero dovuto essere elettriche.
La stessa legge imponeva che dal 2017 (cioè, entro i successivi 20 anni) tutte
le auto circolanti in California avrebbero dovuto essere elettriche.
Tuttavia, di punto in
bianco, la divisione GM che spingeva il progetto ne interruppe lo sviluppo e
terminò la scelta tecnologica innovativa, ritirando addirittura le auto vendute
dal mercato. Infatti, chiunque aveva acquistato la EV1 non era proprietario
delle batterie della vettura (che rimanevano a noleggio del proprietario). E
così, nonostante una serie di proteste e malumori da parte dei già soddisfatti
utilizzatori della EV1, la General Motors, talvolta coadiuvata dalla polizia
locale, ritirò tutte le auto elettriche circolanti, che ora riposano in qualche
discarica a cielo aperto in un deserto americano. Cosa dettò tale mossa? In
General Motors dissero che il ritiro del modello fu una scelta industriale
dovuta agli alti costi di sviluppo. Ma la tesi è debole e non regge. È molto
più realistica la tesi per la quale quella vettura aveva cominciato ad
attaccare e a mettere a rischio gli interessi di una lobby più grande. A
ricordo dell’eperienza della EV1 fu girato anche un interessante documentario
dal titolo Who Killed the Electric Car?.
Ora che abbiamo visto
più da vicino le dinamiche dell’industria automobilistica, vi faccio una
domanda: qual è la miglior auto per voi, oggi, per ridurre al massimo l’impiego
di risorse del pianeta?
Sostituireste la vostra auto a combustione con un’auto elettrica? O a idrogeno? O con una alimentata ad aria compressa o che impieghi pannelli solari? O con magari una vettura che utilizzi uno sperimentale motore magnetico?
Nessuna di tutte
queste soluzioni è quella corretta. L’auto più ecologica... è quella che già
avete! Almeno per il momento. Infatti, sappiate che per produrre una macchina
si consumano più risorse di quelle che quella stessa macchina consumerebbe in
carburante nel suo intero ciclo di vita (stimato in circa 20 anni di servizio).
Per tale motivo, fintanto che possedete già la vostra auto a benzina o diesel,
tenetevi quella. Non andate a comprarne una nuova solo perché pensate che una
nuova auto elettrica possa salvaguardare il pianeta (o peggio ancora perché
qualche seducente «testimonial» vi convince a farlo dalle pagine di una
rivista...).
E se invece l’auto non
l’avete ancora e dovete proprio comprarla?
Allora la scelta migliore è quella
di acquistare un’auto usata. Si sono già spese tante risorse per costruirla...
se ancora funziona perfettamente perché buttarla?