Il calcare presente nell’acqua di rubinetto è un rischio per la
salute?
Tutti sappiamo che il calcare fa male, fa
venire i calcoli, eccetera;
ecco quindi che l’acqua minerale in bottiglia pare essere l’unica soluzione. Anch’io
me ne stavo convincendo… ma ad un certo punto mi sono chiesto: chi
l'ha detto?
Ho cercato quindi le fonti e non le solite
notizie riportate per sentito dire.
Ecco cosa ho scoperto:
1. Nel periodico Star MEGLIO n. 71 (rivista
dell’Azienda USL di Bologna) ho trovato un interessante articolo che
riporto in sintesi.
A Bologna le acque hanno durezza medio-alta, con
valori tra i 150-500 mg/l di residuo fisso e la durezza riscontrata ne
rappresenta un valore aggiunto, dato che le acque dure hanno un effetto
protettivo sull’apparato cardiovascolare e, secondo la letteratura scientifica,
non contribuiscono alla calcolosi renale.
Di conseguenza non dovrebbero essere addolcite le
acque ad uso umano, ma solo quelle che si usano negli elettrodomestici che
vengono danneggiati dalle incrostazioni.
Tutte le acque distribuite dall’acquedotto di
Bologna e provincia rientrano ampiamente entro i limiti chimico-fisici e
microbiologici imposti dalle leggi.
Quello che resta a carico dell’utente domestico è
scrostare periodicamente il rubinetto: basta smontare il riduttore di flusso ed
immergerlo nell’aceto per togliere il calcare.
2. Un amico mi ha aiutato nella ricerca intervistando
una sua professoressa che all’Università di Bologna lavora proprio in ambito di
igiene delle acque cittadine e che dà una risposta piuttosto esauriente:
"Le acque dure svolgono un’azione protettiva
nei riguardi delle malattie cardiovascolari, in quanto il calcio riduce l’assorbimento
dei grassi a livello intestinale e il magnesio ha un effetto dilatatore sulle
arterie.
Sono, invece, da evitare le acque addolcite, in
quanto presentano un elevato tenore di sodio, che è un fattore di rischio per
l’ipertensione.
Inoltre, le acque molli hanno un’azione
aggressiva e possono solubilizzare alcuni metalli pesanti, tossici e
cancerogeni (quali piombo, cromo ed arsenico), presenti nel materiale delle
tubature dell’acqua.
Pertanto sono da preferire le acque dure che
(come dimostrato in molti studi epidemiologici) non hanno effetti negativi
sulla salute dell’uomo (a meno che non siano presenti particolari patologie,
come una rilevante calcolosi renale), ma comportano solo inconvenienti pratici
(deposito di calcare nelle tubazioni e negli elettrodomestici, cattiva cottura
dei legumi, maggior consumo di detersivi, ecc.).
Al riguardo, si possono trovare informazioni sul
sito dell’Istituto Superiore di Sanità o su altri siti di rilevanza scientifica
che s’interessano dell’igiene delle acque".
3. Riporto ora uno stralcio di un approfondimento
fatto da Ermes Consumer sull’acqua di rubinetto.
Molti consumatori sono convinti che un’acqua poco
calcarea sia da preferire dal punto di vista delle proprietà salutari.
In realtà, la presenza di una giusta quantità di
ioni di calcio e magnesio - che possono provocare incrostazioni e danni a
lavatrici, lavastoviglie e ad altri elettrodomestici di uso quotidiano - non
è affatto dannosa per l’organismo umano.
A spiegarlo è il dottor Bruno Seriolo,
responsabile del Centro Osteoporosi dell’Università di Genova:
"Un giusto apporto di calcio è
indispensabile per prevenire alcune malattie a carico delle ossa: tra queste l’osteoporosi,
che rende lo scheletro soggetto a un maggiore rischio di fratture. Non solo: il
calcio sembra addirittura svolgere un’azione protettiva contro l’insorgenza
di alcuni tipi di tumori".
"Allo stesso modo - prosegue Seriolo - anche
il magnesio è un minerale che riveste una grande importanza per la salute
dell’uomo, in quanto responsabile di molti processi metabolici essenziali.
Al contrario, un eccessivo addolcimento
dell’acqua comporta un innalzamento dei valori di sodio, che a lungo andare
possono causare problemi di ipertensione o provocare malattie a carico del
cuore".
Ma un’acqua eccessivamente "dura" può
essere sconsigliata a chi soffre di calcoli renali? "Anche in questo caso
- spiega Seriolo - si tratta di un timore infondato. Recenti studi hanno
infatti dimostrato che un’acqua minerale ricca di calcio può addirittura
aiutare a prevenire la formazione di calcoli renali".
Attenzione ai vari filtri
Le caraffe-filtro, secondo un’analisi di Altroconsumo
(www.altroconsumo.it), non migliorano affatto la qualità dell’acqua,
mentre a volte peggiorano la situazione, aggiungendo sostanze prima assenti.
Per non parlare poi dell’aspetto negativo dell’addolcimento riportato sopra.
Inoltre nell’uso bisogna rispettare
scrupolosamente le norme igieniche consigliate: lavare spesso la caraffa, non
lasciarci l’acqua dentro, cambiare filtro periodicamente, ecc.
Gli impianti ad osmosi inversa non fanno
altro che distillare l’acqua, cioè renderla priva di sostanze minerali, tanto
che per poter essere poi bevuta, i filtri ad osmosi miscelano nuovamente in
uscita un po’ di acqua non trattata.
Diciamo che il sistema può essere comodo in
condizioni estreme: ospedali, zone di guerra, navi, ecc.
I distributori di acqua alla spina (stile Aqua Gea, per capirci) non fanno altro
che filtrare l’acqua di rubinetto, lasciando l’utilizzatore sempre nella
scomodità di doversi caricare di casse d’acqua.
Se comprate l’acqua alla spina ricordatevi di
lavare periodicamente le bottiglie.
Gli Impianti a campi magnetici invece non hanno
un’azione scientificamente provata.
E il cloro?
Spesso il sapore del cloro spinge molte persone a
preferire l’acqua minerale. Il sapore del cloro è piuttosto fastidioso, ma l’aggiunta
controllata è fondamentale per garantire la qualità microbiologica dell’acqua
lungo tutto il percorso fino al rubinetto. Bisogna precisare che il cloro
evapora, quindi se il sapore vi dà fastidio basta riempire in anticipo la
bottiglia e lasciarla un po’ senza tappo.
False credenze sull’acqua (da StarMeglio n.71)
- Non
è vero che
l’acqua va bevuta fuori pasto. 6-700 ml favoriscono i processi digestivi,
dato che migliora la consistenza degli alimenti ingeriti.
- Non
è vero che
occorre favorire le acque oligominerali rispetto a quelle maggiormente
mineralizzate per mantenere la linea o curare la cellulite.
- I sali
contenuti nell’acqua favoriscono l’eliminazione di quelli contenuti in
eccesso nell’organismo.
- Non
è vero che
l’acqua favorisce la formazione dei calcoli renali: anzi, anche le acque
minerali ricche di calcio possono costituire un fattore protettivo contro
i calcoli renali.
- Non
è vero che l’acqua
gasata faccia male, a meno che la quantità di gas non sia talmente elevata
da creare lievi problemi in chi soffre di disturbi gastrici e intestinali.
Ecco perché le Frequenze Serene, consentono di
NON ELIMINARE il calcio, il magnesio, eccetera, ma solo di trasformarli
fisicamente (aumentandone i benefici) da Calcare in Aragonite.
INOLTRE, LE ACQUE TRATTATE perdono la
loro forza vitale originaria di sorgente, che è una delle componenti
principali nella valutazione della qualità della stessa.
Con ogni sorso d'acqua, oltre agli atomi di
idrogeno ed ossigeno (H2O), immettiamo anche una pluralità di sostanze
chimiche e minerali, che soltanto in rari casi possono fungere da sostanze
nutritive.
Nella maggior parte dei casi, tali elementi agiscono
sull'organismo come stimoli che provocano delle reazioni, perciò quando le sostanze
non possono venire decontaminate all'interno dell'organismo ed espulse,
possono insorgere patologie specifiche come la gotta, i calcoli renali,
l'invecchiamento precoce, l'arteriosclerosi, le calcificazioni articolari, ecc.
I liquidi corporei CHE CONTENGONO PIÙ ACQUA sono:
- il
liquido cerebrale e il midollo osseo (al 99%)
- il
plasma sanguigno (all’85%) e il cervello (al 75%)
- il
latte materno con l'87%
- i
reni con l'83%
- il
cuore col 79%
Solamente questi valori ci dovrebbero convincere
dell'importanza che ha l'acqua sulla nostra salute! È quindi opportuno BERE
ACQUA spesso, ma soprattutto bere acqua:
pura, libera da sostanze tossiche ed ALTAMENTE ENERGETICA.
Esistono metodi in
grado di misurare la qualità e la vitalità dell’acqua.
Uno di questi s’ispira
alle scoperte di Alfred Bovis (1871-1947), dal quale prende il nome l’unità di
misura utilizzata e lo strumento che ne permette la misurazione, chiamato
“Regolo di Bovis” o “Biometro Bovis”.
Alcune ricerche permettono di affermare che l’acqua del rubinetto (acquedotto
comunale) vibra a circa 2.500 / 3.500 Bovis, mentre genericamente tutte le acque in bottiglia vibrano attorno ai 1.000 / 1.500
Bovis.
Adesso! Solo se vuoi questa conoscenza
Ci
vediamo “dall’altra parte”, sarà un onore poter conoscerTi e condividere con Te Il Riequilibrio Quantico Integrato.
Dr. Marco Fincati
Ideatore del Metodo
RQI e
Formatore del
Facilitatore Sereno R.Q.I.